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Quando si parla di “Realtà Aumentata”

I modi, cioè, di aumentare la percezione, rappresentazione, informazione sulla realtà grazie all’intervento della tecnologia. Tipo occhialini con proiettati, espressi, rappresentati, emersioni della virtualità online

La “Realtà Aumentata”

Ma qui, in Centro Storico, e chissà in quante altre realtà schiacciate del mondo, la realtà è già abbastanza Aumentata di Suo.
E, sempre per parlare di noi, del Centro Storico genovese, è aumentatissima a livello visivo, che ti si parano davanti realtà murarie di ogni tipo, architetture impastate, richiami a tempi storici di ogni ordine e grado, che evocano immaginari e visioni… che mi ci manca che me ne aggiungi e suggerisci anche altre.
Magari fatte a modo di rendering, che vuoi mettere un muro di questi qua contro un muro fintino e patinato di pixel lisci e fighetti?

E poi… già nella realtà, come quella della foto, non vogliamo dare due informazioni in più? Anzi 4, sotto il nome della via, che è già una informazione. E poi non vogliamo comunque dare voci, come il centro Storico sa dare, con gli adesivini e le scritte?
E poi condiamo tutto con una edicola piena e una simil edicola riutilizzata e le centraline, e i cavetti pendenti e gli immancabili tubi che passano con l’iconico, ormai, cestino murario dell’immondezza?
E tutto questo moltiplicato per infiniti angoli di palazzi (parlando solo degli angoli, poi ci sono le facciate).
E poi aggiungiamoci gli umani, antichi genovesi dalle camice arricciate e volti rugati da traversate intercontinentali che hanno aumentato abbastanza i loro sguardi.

Realtà Aumentata?!
Pfui!
Per favore
Qui ci vuole, al limite, qualcosa per una Realtà Diminuita
Un qualche anghezzo tecnologico che semplifichi, magari eviti di farci percepire tutto (e questo lo fanno già gli abitanti del Centro Storico, che percepire tutto, il bello e il brutto, è troppo per la quotidianità) ma soprattutto diminuisca, soprattutto per noi sensibili, e deboli, questa Realtà Compressa, Autentifichizzata (che non sappiamo come dirvelo, però speriamo che si capisca), Intensa

Che il Centro Storico è tutto fuorché una cosa che ha bisogno di essere Aumentata.
Nella sua ricchezza culturale e storica, umana, nelle sue opportunità, nella socialità (imbizzarrita, ricchissima e multiforme), nelle sue sofferenze.
E, ultimamente, nelle eterne oscillazioni del Centro Storico, dalla vuotezza al troppo pieno, sembra che la Realtà, a furia di essere presa sottogamba, sia Aumentata così tanto che ti rischia di prendere a pattoni, o a tombinate nelle vetrine.
Eppure il Centro Storico è così ricco, di associazioni, realtà sociali, comunità, percorsi civici.

E’ così ricco
Che ci manca ancora che lo aumentiate

Qui ci vuole un Patto, un altro
Un Patto per il Centro Storico: Non Aumentateci, Ordinateci

Dateci la tecnologia sociale per Ordinare
Fare cose calibrate
La Realtà Ordinata

Basta soluzioni Aumentate, forse basta anche soluzioni Nuove
Non vogliamo Vigili urbani Aumentati, che ci fanno paura con i loro comportamenti Aumentati
Vogliamo i ristoratori, quelli bravi, simpatici, accoglienti, i pochi artigiani laboriosi, normali
Che, anche urbanisticamente, quando hanno voluto Aumentare, han fatto il complesso di Via Fieschi, o il Palazzone su Piazza Caricamento
Invece, quando hanno voluto ordinare, han rifatto Palazzo Ducale, bene benino, senza ripensare, aumentare, rigenerare, e grazie ancora all’inquieto, e instancabile, Spalla
(Ci rendiamo conto che abbiamo preso gli esempi giusti, funzionali al discorso, ma non vorrete mica che ci diamo torto mentre argomentiamo)

Forse è sbagliato il termine Aumentare. I creatori di quell’uso proposto di tecnologia volevano dire Ordinare.
Ma noi da una parte siam complicati, e dall’altra siam grezzi.
E se ci dici che ci vuole la realtà Aumentata per girare meglio nel Centro Storico ti diciamo che se vuoi sciancare sull’intensità della realtà abbiamo già vinto

Che puoi proiettarti negli occhi tutto quello che vuoi ma non gli infiniti origami umani e visivi dei muri ripassati da milioni di vite. L’entusiasmo della Realtà, che è bello che sia così forte da essere anche un po’ Incomprensibile
E poi puoi ficcarti nella Realtà Aumentata che vuoi ma noi qui, ci abbiamo un impatto olfattivo che ti dice “guarda bene dove metti i piedi, non gli occhialini”

Che di cose Aumentate, soprattutto in questi decenni, in città, ne abbiamo. Così Aumentate che a volte una metà di noi fà persino fatica a camminare

E ci dispiace anche finire il post così
Con un ammiccamento così triviale

Ma non lo avevamo mai fatto
Scusateci