Saggio sulla funzione e la natura di Aster
L’istituzione che si occupava di manutenere bella e funzionale la città era, evidentemente, stimatissima. Non a caso la città la chiamò “Aster”, la “Stella” in latino, a testimoniare il ruolo, di guida e stella polare che la comunità locale gli diede.
Anche uno dei referenti politici dell’ente fu chiamato, ad un certo punto, con un aggettivo, che ne glorificava il fascino.
Ciononostante non si capisce a fondo i criteri con i quali la “Stella” attuava i propri interventi e, ancora di più, non si capisce la grammatica e il linguaggio utilizzato nella cartellonistica
Da quel che appare dalle numerose testimonianze fotografiche sembra, tuttavia, che non fosse un codice che si rifacesse solo a dati od informazioni tecniche ma anche a un linguaggio magico e mistico.
Linguaggio non comprensibile neanche a tutti i genovesi dell’epoca, ma tuttavia rispettato o, al limite, tollerato.
Come appare chiaro in questa immagine. E’ escluso che le transenne, con i classici colori del simbolo della città, fossero posizionate, in quel tratto di marciapiede, per impedirne il passaggio e l’uso, magari per paura di cadute di pezzi del grande muro sovrastante. In tal caso sarebbero state posizionate di traverso interdicendo il passaggio.
E’ escluso anche, dalla maggior parte degli studiosi, che le transenne fossero posizionate lì per segnalare piccoli pericoli sul terreno. E’ una ipotesi che anche noi ci sentiamo di escludere.
Ma se le transenne non erano poste per interdire, e non per segnalare pericoli sul terreno, escluso anche che fossero, quindi, messe lì per mettere in guardia da possibili crolli del muro, o cadute di pietre (poiché in tal caso avrebbero dovuto tenere ben lontani i passanti e non solo segnalare) allora l’ipotesi che è stata accreditata è che le transenne fossero, in questo caso, poste con una azione pensata non verso i passanti ma verso il muro.
Fossero quindi poste lì con l’intento, in questo caso magico, di vietare al muro di cadere o di far cadere cose
Non esiste solo questo caso, benchè molto chiaro, di uso magico delle transenne e della segnaletica della “Stella” “Aster”. Abbiamo raccolto immagini di transenne arrotolate, appilate, impiramidate, messe a difesa e segnalazione di buchi di poche centimetri, poste senza apparente motivazione, apparire in luoghi nei quali non era successo niente. Un uso che non è spiegato se non ricorrendo al “pensiero magico”
L’uso delle transenne di Aster, la Stella di Genova, in quel periodo aveva, evidentemente travalicato l’uso di segnaletica del pericolo ed era diventata uno strumento magico per gestire la città.
Alcuni commentatori dicono che fu una conseguenza del crollo di Aster, la Stella, che si verificò di lì a poco e che il ricorso alla magia fu un atto di disperazione per riuscire a gestire una intera città senza un “citto” in tasca.
Ma è una ipotesi accantonata, gli amministratori dell’epoca, infatti, dipingevano Genova come un vero paradiso in terra, per niente in difficoltà meta, addirittura, agognata di nuovi residenti provenienti dalle città più belle del mondo
Aster, la Stella, all’epoca era evidentemente diventato uno degli attori della rinascita della città ed è come se potesse pensare di poter riparare la realtà ponendo un semplice cartello.
Famoso il detto in versi, dell’epoca:
“Muro non azzardarti
Non ti ammalorare
Che se no da Aster
Ti faccio transennare”