
“Se non fai il bravo ti mando a giocare a Basket alla piastra”
Ecco, questa che si vede, in foto, è una configurazione di quando si è voluto creare uno spazio urbano ludico per l’infanzia e i giovani.
Figurarsi quando si vuol configurare la repressione. Se si parte da qui
E la “piastra” del Bisagno, nella sua parte non di parcheggio, nonostante tutto, disordinatamente, ricalibrandosi faticosamente, lottando contro il destino assolato è anche un luogo di incontro, e socialità.
Nonostante tutto
Nonostante, ad esempio, gli alberi piantati siano in buona parte “bassi”, che a fare dell’ombra non è proprio il loro destino.
Eppure i libri di chiunque, che sia un architetto, un urbanista, un educatore esperto d’infanzia, un animatore, un organizzatore di eventi, descrivono aree ludiche in mille modi.
Ma non solo i libri, anche zio Pino sa che se vuoi far divertire i giovani è bene tutelarli dal caldo e accoglierli in un luogo divertente.
Eppure ci fecero anche progettazioni, ovviamente post realizzazione di progetto, inondando le teste degli amministratori di evocazioni colorate, spunti, suggerimenti… Che son lì a ricordare spunti ed ipotesi
Ne mettiamo uno qui
https://documenti.site/document/piastra-porta-citta.html
Ma qui poco si è mosso. O forse, se ce lo raccontasse chi si è impegnato a ricalibrare, molto si è mosso.
E poi noi siamo cattivi, perché in foto mostriamo uno degli angoli peggiori (che però esiste), mentre ci sono altri spazi che appaiono più abitabili.
Ma un campetto così non può esistere, non deve esistere, che è un educare ad essere maltollerati, non accolti nella normale voglia di socialità.
Ma in ogni caso, il risultato finale, è che sopra, per i mesi assolati c’è chi gioca a basket in una gabbia che neanche Maifredi, e d’inverno sei sottoposto all’ottovolante delle correnti che, come in un divertente toboga, scendono dalla valle del Bisagno. Mentre sotto ai piedi di chi gioca, in mezzo alle frasche, sotto la copertura ombrosa, e magari anche con un rigagnolo d’acqua, i cinghiali ci stan da dei.
Pur senza tutti i Diritti dell’infanzia e Adolescenza di cui noi ci pasciamo.
E forse è anche per quello che ci disturbano, gli amici ungulati, perché ci dimostrano che persino un rivo maleimbelinato è più accogliente e vivibile che certi posti cittadini attentamente renderizzati, studiati e inopinatamente gestiti.
(E, per i tifosi delle giunte, che la “piastra” ne avrà attraversato almeno 6, facciamo notare che non serve una giunta, ma 6 mesi per decisamente riprogettare e cambiare un posto così. Ma forse siamo, nonostante quanto sembri, degli inguaribili ottimisti)