
Del perché dell’orsetto cornuto (o la rennina gigante) a Struppa, Genova
(Post non breve, e anche dalla scrittura un po’ farraginosa, ma in mezzo a tutte le incombenze natalizie è andata così. Lungo almeno 80 cm. Ma vi diciamo l’ovvio.
E’ il nostro post di Buon Natale!)
Natale, come tante feste, soprattutto quelle sedimentate, amalgamate ed elaborate per qualche secolo, o di più, hanno anche quella cosa che, negli spot, definiscono “magia”. E, come definizione, non ci vanno tanto lontano.
“Magia” è forse il termine più generale per descrivere quel “qualcosa che non si spiega, che forse non c’è, ma forse c’è, ma che vedo, e sento, chiaramente succedere”.
Il termine, e il concetto, porta con sé diversi regali. Uno è la “sospensione della realtà”, quella che deve impadronirsi di noi ad esempio al cinema, o leggendo fumetti, o storie incantate.
E per “il Natale” è la “sospensione dal tramestio quotidiano”, una sorta di ottimismo e cancellazione, parziale, delle brutture, se non altro quelle oscurabili, della nostra vita in quel periodo.
Un’altra accezione che il termine porta in dono è la meraviglia e la sorpresa, quella a cui si appellano gli spot natalizi.
Ma la “magia” contiene anche gli incantesimi, che sono incantati, e incantevoli, ma sono, anche, forma di manipolazione, quindi di inganno.
La “magia “ ha nel suo alveo territoriale anche quel concetto meraviglioso di “malia”: una magia, una manipolazione emotiva ed ineffabile, irresistibile, fatta senza ausili soprannaturali, ma che soprannaturale sembra.
E la “malia”, come spesso la magia, si basa, e fa leva, su desideri profondi, forse incontrollabili, teneri, insieme bambineschi e adulti, dell’ammaliato.
Ma ora, forse, cambiamo argomento
Genova (e San Sebastian) Capitale Europea del Natale 2022.
Si, tutti, pensiamo, avranno letto, e riletto per sicurezza, questa notizia alcuni mesi fa.
E, detta così, fa anche piacere, anche se, da subito, stona qualcosa. Cosa è successo in tutti i decenni precedenti, di così meraviglioso da vincere un riconoscimento, europeo? Pensavamo che i Natali, quelli fighi, fossero patrimonio di stati montagnosi, innevati, di paesi con mercatini mitologici, coperti da copyright lapponi.
E invece, eccoci qui, noi e San Sebastian, capitali europee del Natale 2022.
E poi, ma questo succede da alcuni anni, e. ci pare, sempre di più, impattiamo in città con piazze con luci proiettate o appese sui palazzi belli (cioè, che quando non ci sono le luci si vedono nella loro bellezza), in gigantesche palline di Natale atterrate in varie piazzette cittadine (che fan simpatia perché sembrano miniastronavi dei cattivi di Star Wars che han preso una patta per terra) e, e qui arriviamo al tema di questo scritto, anche con l’orsetto cornuto (o rennina gigante) a Struppa.
Ma non capiamo, perché è difficile capire in questa città in parziale dismissione che litiga, costantemente, con sé stessa, se questi spettacoli son frutto della nomina europea oppure sono una continuazione dell’afflato che questi ultimi amministratori cittadini avevano già manifestato verso il natale (e le feste in genere) che era già stato spinto negli anni precedenti oltre i suoi canonici festeggiamenti.
E non capiamo, quindi, anche perché nessuno lo spiega, se l’orsetto cornuto (o rennina gigante) di Struppa sarebbe arrivato comunque anche senza il bollino dell’associazione europea.
Ma noi dobbiamo seguire un filo logico. Se no ci perdiamo. E allora, come spesso facciamo, abbiamo deciso di capire, e il capire rischia, quasi sempre, di rovinare almeno una parte di magia. E siamo andati a informarci, qui:
https://europeancapitalofchristmas.org/
E potete informarVi anche Voi. C’è anche la traduzione di parte del sito.
E allora vediamo che non è uno di quei premi che danno alle città in crisi per risollevarle, ma che è proprio meritato, un premio dato alla città che, questa rete delle città europee del Natale, reputa eccellenze dei Natali.
Il punto, che non viene presentato chiaramente nelle entusiaste comunicazioni, immaginiamo per esigenze di brevità, è che non è un premio dato da una Istituzione europea, ma da una realtà, ipotizziamo associativa, che premia una tra le città che si candidano (pagando una quota, irrisoria, associativa).
Questo è.
Il punto centrale del concorso Natalizio è, dicono nel sito: “la creazione di una rete europea delle città natalizie pretende di rafforzare i valori della diversità culturale europea, ed in particolare le diverse e varie tradizioni natalizie che sono state diffuse nel mondo”
E allora qui la stonatura diventa stridore.
Possiamo pure appellarci alle belle e deliziose tradizioni locali natalizie, ai presepi, cinqueterrini o crevarini, e diffusi in maniera carina e festosa in città e dintorni. Possiamo anche cercare la tradizioni locali, le affezioni specifiche alla festa intorno alla festa religiosa (e qui potremmo calare l’asso del pandolce genovese), Genova città ha una storia, grande, trimillenaria, o possiamo arrivare fino a pentamillenaria, e di tradizioni ne ha covate e sviluppate assai. Ma, siamo sicuri, le luci, le palle giganti, e gli orsetti cornuti (o rennine giganti) di Struppa non fanno parte di questa cultura locale.
Anzi, sembrano la cosa più spoliante di “locale” e priva di “tradizioni natalizie” che c’è.
E, sempre ci pare, i festeggiamenti istituzionali del Natale cittadino sembrano più virare verso la meraviglia della luce colorata che cancella il bel palazzo sottostante, espressione della storia e bellezza genovese, piuttosto che nel promuovere le eccellenze, curiosità, e tradizioni locali.
A meno che l’orsetto cornuto (o rennina gigante) non sia una rappresentazione del Natale, ma di qualcosa di molto più locale.
E qui, preparateVi, ci lasciamo andare.
Forse, a Struppa, e in Val Bisagno, quella Alta (che chiamano Media) l’orsetto cornuto (o rennina gigante) rappresenta il crash che si è avuto, in questo ultimo secolo, in quei luoghi.
I borghi lungo il ciclotimico torrente, piccoli, campagnoli, sono da creuse, da abitare, tranquilli e silenziosi, con le sere scure, con i versi degli uccelli.
Ma insieme a quel modo sono stati introdotti, in valle, palazzoni, a centinaia, a volte ammassati, a volte sui pendii delle colline, in mezzo a casette, più carine e “natalizie”.
E, da un lato del torrente, son stati inseriti capannoni, e le attività “produttive”, e, in dei certi punti, i piloni, delle autostrade.
E così, convive, male, in valle la tradizione, la voglia di continuar quel tipo di vita là, da borgo, e il gigantismo, dei palazzi, che forse era impossibile evitare di fare che, tra l’altro, in val Bisagno li hanno messi anche più rarefatti rispetto ad altri luoghi. Ma sono comunque stridore, e cosa, ancora, da integrare.
E allora l’orsetto cornuto (o rennina gigante) forse, rappresenta proprio questo stridore, tra il locale, sensato e bello a suo modo, e l’innestato, affetto da gigantismo, sordo ed estraneo al contorno.
O, ancora peggio, rappresenta il solito modo di fare. Inserire cose senza pensare al contesto.
Che, in effetti, l’orsetto cornuto (o rennina gigante) è stato posato in un isolato dal sapore, architettonico, nuovo, magari efficiente, ma maltarato rispetto a quel che c’era prima, e a come lo era.
In un posto che vede la neopiazza e i neoedifici abitati, in parte, però, da una forza locale, e tradizionale, quella che vede le attività di una realtà, anche quella del mondo associativo, che è tra le più meritevoli, che aiuta, e crea comunità, e rende possibili i legami, in maniera incessante, quasi con una meravigliosa compulsione nell’aiutare.
E questo, tutto, per dirVi, o cercare di spiegarci, come è arrivato l’orsetto cornuto (o forse rennina gigante) a Struppa, Genova, Capitale Europea del Natale 2022. O meglio, per dirVi tutto lo sforzo che facciamo per capire perché il Natale si è manifestato così, a Struppa, e per mano Istituzionale.
Ma forse le nostre idee non hanno senso. Perché quando vivi in una città urbanisticamente insensata per alcuni (per esempio noi) la necessità di capire l’incapibile a volte forza le cose, giusto per darci una spiegazione e stare tranquilli.
Forse c’entra anche qui la magia.
Perché nelle magie, come dicevamo, si sa, esistono anche le evocazioni. E, come insegna il Dottor Strange, se Peter Parker fa un disturbo mentre operi magie, anche tu, che sei il Mago Supremo di Terra 616, puoi fare un pasticcio. Ed eccoti che evochi, in mezzo alla meraviglia del Natale Europeo, un orsetto cornuto di 5 metri (o rennina gigante) a Struppa.
Che ha approfittato dell’occasione per manifestare lo stridore della valle, che è faccenda ancora da sistemare, come risulta anche dalle agitazioni su come rendere la viabilità degna. E anche lì si è indecisi se con mezzi tradizionali, ma rinnovati, o stellari, giganti.
In ogni caso l’orsetto cornuto (o rennina gigante) insieme alla simpatia ci fa un po’ inquietudine.
Che, se abitassimo lì, la sera, guarderemmo, prima di andare a letto, dalla finestra, per essere sicuri che la creatura si ancora lì, tranquilla, e i suoi occhi piccoli, di quelli fissi e cattivi, impersonali, non si siano risvegliati.
E, sempre se abitassimo lì, di fronte a rumori lontani, sordi, tipo un tuono, guarderemmo in altro, sulle colline. Perché se questo è il cucciolo, magari di una renna, come sarà la mamma Rennadzilla?
E avremmo paura di vedercela arrivare, colossale, bramendo dal cielo magari pattinando sul nuovo SkyMetro. Che, anche questo, è cosa per giganti e non sappiamo come si innesterebbe nella Vale.
Che, Ve lo diciamo, ma non avrete mai le prove, ma anche alcuni di noi han fatto le foto lì, sia senza che con i piccini. Che una meraviglia è sempre una meraviglia e un orsetto cornuto di 5m (o una rennina gigante) a Struppa… meraviglia è!
Vedete, finiamo sempre lì, a pensar alla città. E la diagnosi, talvolta, è che “pensiamo troppo”.
Che dovremmo esser più leggeri.
In fondo che male c’è a mettere un orsetto cornuto di 5m (o una rennina gigante) in una Piazzetta, a Struppa? O una luce sopra un Palazzo squisito che vuol meravigliare per la luce, ma cancella la visione sottostante? O una palla gigante, illuminata come si illuminavano sfacciatamente le cose prima della guerra in corso, messa in mezzo agli alberi della piazza, che se li addobbavi senza metterci la pallona era pure divertente?
Che l’orsetto cornuto (o la rennina gigante) non è un supercentro commerciale, o un treno volante, o una funivia, o una fabbrica siderurgica in mezzo alla città. Alla fine è solo un orsetto cornuto (o rennina gigante) e si può togliere senza danni.
Che invece le altre cose citate son ugualmente difficili da capire ma più permanenti, e non ci puoi fare neanche la foto con i bambini.
Scusateci, ma se non l’avevate capito, l’orsetto cornuto (o rennina gigante) a Struppa, come esempio di tradizione locale natalizia diffusa nel mondo proprio non la abbiamo digerita. E quando uno di noi ha chiamato gli altri, e abbiamo fatto la gita di classe a vederlo ci è rimasta l’impressione sull’esofago.
E, se non scrivevamo questo post, il pranzo di natale non scivolava giù bene.
Grazie dell’ascolto.
Ma anche noi abbiamo bisogno del Natale. Cioè di quella parte di Natale che rassicura. E allora ci siamo dedicati alla tradizione, al pandolce genovese. E abbiamo preso, quest’anno, quello del “Panificio e Grissineria Claretta”, ineffabile e instancabile, con il nome che è già un vezzeggiativo, e poi ha quella bizza, birichina, di chiamarsi “grissineria”, che già questo vale un fidanzamento, e che è in via della Posta vecchia, che anche il nome della via ci rassicura. Ed è nel Centro Storico, anche questo incambiabile, forse troppo.
E abbiamo preso lo spumante dalla vineria affianco, che ribadisce il nome Cantine Postavecchia, . Che è da quando siam piccini (almeno alcuni di noi) che a Natale con le zie, e le nonne, e i cugini, pucciamo il panettone, secco, genovese, nello spumante. E questo ci fà scordare lo stridore delle tradizioni di orsetti cornuti di 5m (o rennine giganti) presentati nell’ambito di Natali europei ma poco locali. Che almeno fosse stato un bel cucciolo, gigante e carino, di cinghiale, che da piccoli hanno tutte quelle deliziose striscie sulla schiena.
E chi avrebbe avuto dubbi che sia una tradizione locale.
Ma la rennina no. Non sta su.
(a proposito, abbiamo dato un’occhiata, nelle liste di supernatali che girano. Dateci un occhio, perché non ci siamo finiti. Che quell’associazione abbia sbagliato mira? O che sia una associazione, geniale, ma inascoltata. Un po’ come l’ideatore degli arredi urbani natalizi
https://travelaway.me/europe-christmas-cities/
https://www.tripstodiscover.com/the-best-places-to-spend-christmas-in-europe/
https://www.forbes.com/sites/ceciliarodriguez/2022/11/28/christmas-in-europe-10-highly-recommended-destinations-for-a-truly-memorable-holiday-trip/?sh=49653a714a40 )