Il Sabato del Village
Non ci hanno ancora chiuso, di nuovo, il profilo (il sito non possono) e allora abbiamo deciso di ritornarci sopra. Sul confronto tra l’Ocean Race sportivo, bello patinato, ecologico che arriva in una Genova con un Ocean Rage prodotto da un secolino di torture urbanistiche e sociali.
Ma tutte le foto e i nostri giretti ci mostrano che forse l’identità dell’evento non è la folla, la festa, il pieno.
Ma è quell’attesa dell’evento, frenetica, speranzosa, ma ancora vuota di evento e di festa. Perchè in questi anni quello che tiene su tutti, se c’è, è l’attesa, della festa che verrà.
E, forse, chi amministra la città ha capito. Che, oltre antropologicamente, come suggeriva il recanatiano, soprattutto per Genova, oggi, gli eventi, in realtà, son l’attesa dell’evento. Forse possono essere solo quello. E su quello bisogna puntare.
E, così, quando vai a cercar l’evento pieno, l’evento si è spostato più in là. E di rimando in rimando puoi trovarti in un trionfo.
Il trionfo del “Sabato del Village”
Che non avrà mai il “diman tristezza e noia” successiva alla festa perchè la festa deve, sempre, ancora venire.
E allora è più che “Il sabato del villaggio”. Questo, raga, è “Il Sabato del Village”.
Non è solo l’attesa della festa, è il trionfo della celebrazione, ante e post, della festa, che magari il “durante”, come talvolta accade, è deludente.
E allora si capiscono anche i “parcheggi riservati all’ Ocean Race”. Vuoti, quasi sempre vuoti, forse sempre.
Ma che diventano inneschi per immaginare, prima, torme di avventori extra cittadini ridenti e assetati di Genova.
Quei parcheggi sono una sorta di “Memoriali” però che citano un ricordo memorabile del futuro. Sono “Immaginariali”.
E, se permettete, sono una assoluta novità dell’arredo urbanistico che, come tutti gli arredi culturali cittadini, risuonano e rappresentano l’immaginario collettivo locale
E noi, ora che abbiamo capito la strategia, siamo commossi.
E torneremo più che possiamo, faremo i turni, per essere tutti i giorni a “Il Sabato del Village” di Ocean Race. E se sarà, magari, uno dei pochi momenti affollati, saremo delusi, ma pazienza.
Ci ritorneremo. Perchè l’evento è aperto 24 ore su 24. E dura tanto, tantissimo. Tantissimo!
C’è tutto il tempo per andarci. Cioè, non sappiamo se è vero. Ma ormai siamo entrai nel “mood” (cavoli! lo abbiamo detto veramente… “mood”… allora siamo proprio nel “mood”) e immaginiamo più che possiamo. Che è questa la linfa vitale di Genova, oggi.
Stiamo diventando “macchine umane da rendering” e gli eventi sono inneschi che servono a darci carburante immaginifico. Che è una specie di Matrix dove i gestori risparmiano anche sul costo degli informatici.
Gli esuli sudamericani della nostra pagina ci dicono che, in Perù, spesso, per dare un giudizio su una trovata vincente, bella inaspettata (oppure per definire una, diremmo noi, belinata, un errore clamoroso, una figuraemm) dicono “Genial”!
Ci inchiniamo a “Il Sabato del Village” e a tutti gli eventi che si stanno moltiplicando in città in questi anni e tendono all’attesa, al ricordo, alla celebrazione, ante e post.
Che così ci “teniamo su”, che prima o poi l’evento, vero, arriverà
GENIAL!
(In foto una delle tante foto che abiamo fatto. Abbiamo scelto questa così, perchè ci piace, e perchè vogliamo essere anche noi carburante per l’attesa)