
Il Porto e la città
Ripostiamo, qui, un nostro scritto in occasione della prima manifestazione a ponente. Prima di questi ultimi, recenti, anni.
E oggi ancora cittadini in marcia, longitudinalmente, parallelamente al Porto, quasi a rappresentare il destino di rincorrersi, avanti e indietro lungo il litorale, senza incontrarsi mai.
Prima, il Porto e la città, erano uno frutto dell’altro, interconnessi, forse una cosa sola.
Poi, con l’iperboreismo della rivoluzione industriale il Porto ha preso una sua strada dimenticando le attenzioni che avrebbe dovuto alla città
Adesso siamo in una fase nuova. E si cerca una persa vivibilità e convivenza sostenibile, almeno per i criteri dell’Europa Occidentale di oggi. O forse, ahinoi, di ieri. Prima degli ultimi eventi, che hanno rotto tutto, anche l’immaginarsi continente senza guerre tra Stati, senza limiti.
Non sappiamo che dire di nuovo. Se non che nel “Modello Genova” attuale, il Modello Genova complessivo di gestione della città, c’è questo malaugurato vizio, ottimisticamente parlando, di non comunicare i progetti neanche, talvolta, a cantieri già aperti. Utilizzando la delega al Governo della città in una maniera così decisa che sembra piagarla ad altri tipi di governo.
Per cui una Diga, dei cantieri, una risistemazione portuale diventa un pasticcio che non si capisce più niente.
Non sappiamo dire cose interessanti.
Fortunatamente a Genova c’è, tra le tante cose e persone che cercano di provocare un senso, un giornalista che vigila, che più di tutti è capace di capire e informare, del quale non diciamo neanche il nome ma lo sapete già.
Leggete lui, al posto nostro. Che le sue parole importano.
E lo ringraziamo per tutti
(In foto oggi, la manifestazione)